La Battaglia di Benevento: uno scontro cruciale tra Guelph e Ghibellini per il controllo dell'Italia meridionale

Il tredicesimo secolo fu un periodo turbolento per l’Italia, segnato da lotte intestine tra fazioni rivali che aspiravano al dominio. Tra queste, i Guelph e i Ghibellini si contesero il potere con una ferocia senza pari, trascinando il paese in un vortice di guerre civili e intrighi politici. Uno degli episodi più significativi di questo conflitto fu la Battaglia di Benevento, combattuta nel 1266.
Questa battaglia, spesso trascurata dai libri di storia, rappresentò uno snodo cruciale per il controllo dell’Italia meridionale. Da un lato si trovavano i Guelph, sostenitori della Casa di Svevia e del Papa; dall’altro, i Ghibellini guidati dall’ambizioso Carlo d’Angiò, re di Sicilia. Il contesto storico era ricco di tensioni: la morte di Federico II aveva lasciato un vuoto di potere che entrambi i gruppi cercavano di colmare.
Carlo d’Angiò, desideroso di espandere il suo dominio e ottenere la corona imperiale, sfruttò la debolezza del Regno di Napoli. Con astuzia politica e l’appoggio di alcuni nobili locali, riuscì a conquistare gran parte della Puglia. Ma il Papa Clemente IV, temendo l’ascesa del sovrano francese, si alleò con Manfredi, figlio di Federico II, capo del partito Guelfo.
La scena era pronta per uno scontro epocale: il destino dell’Italia meridionale appeso a un filo.
Le forze in campo:
Fazione | Comandante | Forza stimata |
---|---|---|
Guelph | Manfredi | 5,000 - 7,000 uomini |
Ghibellini | Carlo d’Angiò | 10,000 - 12,000 uomini |
L’esercito di Carlo d’Angiò, ben equipaggiato e supportato da un contingente francese, godeva di una netta superiorità numerica. Manfredi, pur essendo un abile stratega, doveva affrontare la sfida con un esercito meno numeroso e con rifornimenti limitati.
La battaglia: uno scontro sanguinoso Il 26 febbraio 1266, le due armate si affrontarono nella pianura di Benevento. La battaglia fu brutale e prolungata, segnata da feroci combattimenti corpo a corpo. Manfredi, con audacia e abilità tattica, riuscì inizialmente a frenare l’avanzata dei nemici, ma la superiorità numerica degli Angioini si rivelò decisiva.
Il momento chiave della battaglia arrivò quando Carlo d’Angiò lanciò un attacco fulmineo contro il centro delle linee Guelfe. Manfredi, circondato e sopraffatto dai nemici, fu ucciso nel corso dello scontro. La sua morte segnò la fine del dominio Svevo nel Mezzogiorno e aprì la strada all’egemonia Angioina.
Conseguenze:
La Battaglia di Benevento ebbe conseguenze profonde sulla storia dell’Italia.
- Ascesa degli Angioini: La vittoria di Carlo d’Angiò consolidò il suo dominio sull’Italia meridionale e lo proiettò verso l’ambita corona imperiale.
- Fine del Regno Svevo: La morte di Manfredi segnò la fine definitiva della dinastia Sveva nell’Italia meridionale.
- Trasformazioni politiche: La battaglia contribuì a ridisegnare la mappa politica dell’Italia, con un rafforzamento del potere centrale e una diminuzione dell’autonomia dei comuni.
Sebbene spesso trascurata nelle narrazioni storiche, la Battaglia di Benevento rappresenta un episodio cruciale per comprendere le dinamiche politiche del XIII secolo in Italia. Fu uno scontro che definì l’equilibrio di potere nella penisola, aprendo la strada a nuovi protagonisti e a profondi cambiamenti sociali e politici.
Oltre lo scontro armato:
La Battaglia di Benevento non fu solo un evento militare, ma anche un momento di grande fermento culturale e artistico. La città stessa divenne un centro di attrazione per artisti, poeti e musicisti che celebravano l’impresa di Carlo d’Angiò.
L’epoca Angioina vide una fioritura di opere architettoniche e artistiche, con la costruzione di chiese, palazzi e monumenti che ancora oggi testimoniano il splendore di quel periodo. La battaglia, quindi, si inserisce in un contesto più ampio di trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato profondamente l’Italia medievale.